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Varela: «A Reggio sono sereno, vivo in una città che mi vuole bene. La mia voglia di arrivare in alto è tantissima»

«Il mister e i compagni mi aiutano a crescere, in allenamento imparo cose nuove tutti i giorni e sorrido sempre. Insulti razzisti? È capitato in Serie D, è un po' dura reagire... Che gol vorrei fare? Uno in rovesciata come Cristiano Ronaldo»

25.01.2023 18:30

«Il mio inserimento in squadra è andato molto bene, sono stato accolto positivamente da tutti – sottolinea Muhamed Varela Djamanca, attaccante portoghese originario della Guinea-Bissau che fin qui ha collezionato 13 presenze, un gol e due assist in campionato con la maglia della Reggiana - Tutti i compagni mi aiutano, a partire da Cigarini che mi dà tanti consigli visto che sediamo vicini nello spogliatoio ma lo fanno anche Montalto e Rozzio. Io cresco ogni giorno e imparo da loro».

Sei contento della scelta fatta in estate?
«Sì, non ho alcun rimpianto. Il progetto quest’anno era quello di crescere e imparare».

A distanza di mesi, quale pensi che sia la principale differenza tra la Serie D e la Serie C?
«C’è grande differenza di intensità in allenamento e in partita così come di qualità in campo. Tanti giocatori vengono dalle serie superiori e lo si nota subito».

Alla Reggiana hai anche la possibilità di giocare veramente a calcio…
«Sì e mi piace. In Serie D ci sono tante palle lunghe, qui a Reggio è molto diverso dato che si parte con l’impostazione da dietro».

Dal punto di vista tattico non fai più fatica ad attaccare la porta in questa categoria?
«Sì, però il mister e i compagni mi aiutano a leggere tempi così come ad attaccare la profondità. In Serie C è tutto più difficile, però mi alleno con i difensori più forti del campionato…».

Sull’esterno stai imparando qualcosa da mister Diana?
«Io provo a imparare ogni giorno perché in allenamento c’è sempre qualcosa di nuovo da apprendere. Se devo fare assist per aiutare la squadra lo faccio, lo stesso per il gol. L’importante è sempre dare una mano alla squadra».

Puoi fare anche la prima punta?
«Io mi sento di fare quello che chiede il mister, quindi anche la prima punta. È un ruolo che posso svolgere».

In partita e in allenamento il sorriso non ti manca mai: è questo uno dei tuoi punti di forza?
«Io provo a sorridere sempre: noi calciatori siamo fortunati ad avere un lavoro che ci piace. In allenamento come in partita scendo in campo per godermi al massimo il momento».

Sei tu il giocatore più veloce della squadra?
«Non ho visto i risultati dei test che abbiamo fatto tempo fa, ma posso garantire che sono il più veloce».

Prima hai assaporato la Serie D, tra poco forse la Serie B?
«Non voglio pensarci proprio, mi godo il primo anno da professionista in Serie C. Penso al presente e non al futuro».

Com’è essere primi in classifica?
«È sia una responsabilità che uno stimolo. Vincere il campionato è una nostra responsabilità ma anche uno stimolo avendo 7 punti di vantaggio su chi ci segue. Bisogna continuare così».

Domanda secca: la Reggiana secondo te vincerà il campionato?
«Speriamo di sì. Siamo vicinissimi, però c’è ancora tanto da fare».

Il pubblico reggiano ti vuole bene…
«Me ne sono accorto subito. Ogni volta che scendo in campo anche per il riscaldamento sento subito il calore dei tifosi».

Vivere a Reggio ti soddisfa?
«Io devo stare sereno e qui lo sono. Vivo in una città che mi vuole bene, ho tutti gli ingredienti giusti per fare bene».

Dopo essere cresciuto nello Sporting Lisbona, perché hai lasciato il Portogallo per iniziare una nuova avventura in Italia? 
«Dopo lo Sporting ho girato un po' per il Portogallo, poi quando stavo per firmare il primo contratto da professionista ci sono stati dei problemi improvvisi nella dirigenza del club e allora ho deciso di venire in Italia tramite il mio procuratore per crescere e iniziare la carriera qua».

La voglia è quella di arrivare in Serie A?
«La voglia di arrivare è tantissima, non potete immaginare quanta».

Ti è mai capitato di subire degli insulti razzisti in campo qui in Italia?
«Sì, mi è già capitato in Serie D. Sul momento con l’adrenalina passo oltre, poi quando si stacca la spinta è un po’ dura. In Serie C finora non mi è mai successo».

C’è qualche giocatore che è partito dal basso e dal quale ti piacerebbe prendere esempio?
«Messias del Milan. Inizialmente non conoscevo la sua storia, poi mi sono informato e devo dire che è stato fantastico quello che ha fatto. Spero di essere da esempio anche io per qualcun altro».

Oltre a Leao, quali sono gli altri giocatori portoghesi ai quali ti ispiri?
«Ovviamente c’è Cristiano Ronaldo ma anche Joao Felix. Sono tanti i giocatori portoghesi che stanno facendo bene in Europa».

Che gol ti piacerebbe segnare?
«Mi piacerebbe farne uno in rovesciata come Ronaldo…».

Pensi ancora a quello che hai segnato con l’anca a Lucca?
«Serve anche un po’ di fortuna, ho colpito al punto giusto nel momento giusto…».

E quel salto mortale come esultanza?
«Spero di farlo tante altre volte con la maglia della Reggiana…».

A chi lo hai dedicato?
«Il mio primo gol da professionista l'ho dedicato a chi mi è stato vicino, alla mia famiglia e alla mia ragazza che vive qui con me». 

La tua famiglia è ancora in Portogallo?
«Sì, poi ho due sorelle a Capo Verde e due fratelli in Guinea. Fanno il tifo per me a distanza, ci sentiamo tramite i social».

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