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Goretti: «Siamo stati umiliati, ora bisogna compattarsi e ripartire da zero. Ho fiducia nei giocatori e nel mister»

«Diana non è in discussione, deve puntare sulle sue certezze. Reggio è una città che lavora e ha voglia di riuscire, ci serve questo spirito. Non abbiamo ancora assimilato il concetto di squadra, ci aspettiamo una reazione e dei passi avanti»

04.10.2022 19:30

«Dopo una partita del genere è giusto che la società e il direttore sportivo facciano presente alla stampa e ai tifosi il loro punto di vista – ha sottolineato il ds granata Roberto Goretti nel corso della conferenza convocata oggi pomeriggio dal club presso la sede di via Brigata Reggio – Io ho già parlato ai giocatori domenica dopo la partita dato che siamo rimasti nello spogliatoio per un’ora e mezza, il mister lo farà domani mattina».

È stata una discussione dai toni accesi?
«Non sono stato severo. In certi momenti ho visto i ragazzi profondamente delusi da loro stessi e rattristati perché si sono resi conto tutti dell’umiliazione, quindi non ho calcato la mano. Purtroppo entreremo nella storia delle disfatte della Reggiana e ciò mi rende molto contrariato. Ho detto soltanto di stare uniti, aiutarsi e difendersi l’uno con l’altro. La parola difesa mi piace molto perché penso ai Chicago Bulls che vinsero tutto: magari si può pensare che avessero un attacco stellare, invece erano presenti i tre difendenti più forti della lega. Per vincere bisogna saper difendere e poi attaccare. Io calciatore devo essere più forte del mio avversario diretto e non farmi superare».

Non avete ipotizzato di mandare la squadra in ritiro o programmare un allenamento subito lunedì mattina?
«Ci abbiamo ragionato, però si è scelto di non farlo per responsabilizzare maggiormente i nostri giocatori. Crediamo molto nel loro aspetto umano». 

Quella di Fiorenzuola è stata una trasferta nata male fin dal principio, per via del ritardo in pullman?
«Questo non ha minimamente condizionato la partita. Siamo arrivati un’ora e trenta minuti prima della partita e sono sufficienti. Ad ogni modo dovremo stare più attenti ad ogni piccola cosa». 

Come si spiega la prestazione della Reggiana?
«Innanzitutto dopo queste partite è indispensabile chiamare le cose col proprio nome, e noi non siamo stati sconfitti ma umiliati completamente. I nostri avversari hanno dominato la partita e fatto cinque gol, siamo stati messi sotto su tutti i punti di vista. So cosa vuol dire perdere sul campo, ma tra sconfitta e umiliazione c’è tanta differenza. Credo che noi dobbiamo guardarci bene dentro, assaporare il dolore di questa sconfitta perché deve fare male dentro lo stomaco e dobbiamo renderci conto che ci dà anche la grande opportunità di ripartire da zero, resettare quello che non è andato bene in questo periodo e ripartire cercando di esaltare le cose positive e migliorare quelle negative viste nelle ultime gare».

Pensa che in campo sia scesa una squadra presuntuosa che ha sottovalutato le sue difficoltà e l’avversario?
«L’interpretazione della partita è fondamentale specialmente in trasferta e una squadra deve capire la partita e se non va bene deve cambiare atteggiamento. Tanti avversari ormai ci aspettano compatti per poi ripartire, bisogna essere bravi a trovare delle contromisure e riorganizzarci di conseguenza. Credo che i nostri calciatori debbano crescere molto e prendersi delle responsabilità, hanno la capacità per farlo».

Cosa può essere passato per la testa dei giocatori?
«Quando si perde in questa maniera c’è un complesso di cose, inutile individuarne una o più. Penso che si debba prendere in considerazione quanto successo nelle gare precedenti e iniziare a lavorare e ripartire da quello. In questi mesi ho conosciuto i giocatori e lo staff tecnico: sono persone molto responsabili e ragazzi per bene in cui ho grande fiducia. Ho fiducia nella loro reazione e nella forza per ripartire e resettare».

La sfida di domenica contro l’Ancona sarà una partita importante per l’allenatore?
«Lo è per tutti perché dobbiamo ripartire: il primo passo lo deve fare il mister e lo devono fare i ragazzi. Io tante volte nel fare il direttore sportivo dico che la difficoltà maggiore è resettare tutto al 1° luglio. Bisogna cercare nel minor tempo possibile di arrivare al concetto di squadra. Chi ci arriva prima ha un vantaggio enorme, di punti e non solo. Per me è un concetto troppo importante quello di squadra e la intendo come un gruppo di giocatori con un pensiero e obiettivo comune. Essere squadra vuol dire anche saper interpretare la partita, essere attenti e non superficiali nei piccoli dettagli e nel recepire le richieste dell’allenatore. Vuol dire avere la concentrazione e lo spirito di sacrificio, sapersi aiutare e difendere la propria porta. Su questo, tutti dobbiamo lavorare. Fino a oggi non siamo riusciti a raggiungere tale obiettivo, credo non si offenda nessuno se lo dico. Io non sono né deluso, né arrabbiato: già lunedì mattina ero determinato a perseguire l’obiettivo che la società ci ha dato. Ho grande fiducia nel mister e nei ragazzi, insieme ce la possiamo fare passo dopo passo».

La parola “esonero” è mai stata menzionata?
«Assolutamente no».

Quindi c’è ancora grande fiducia in Diana?
«Assolutamente sì, nell’allenatore e nel gruppo. Ma chiaramente bisogna fare dei passi in avanti: una domenica sera e un lunedì così non li vogliamo più vivere…».

Il mister in particolare cosa deve fare?
«Deve lavorare sulle sue certezze, farlo con determinazione e con senso di responsabilità come ha sempre fatto. Poi sta ai giocatori che vanno in campo metterci del loro. Io dico che la città di Reggio è fatta di gente che lavora e ha voglia di faticare e riuscire, i giocatori si devono immedesimare in questo spirito».

Ricevere così tante critiche, specialmente da parte dei tifosi, può fare bene alla squadra?
«Dopo una gara del genere è inevitabile che ci sia preoccupazione da parte loro, ma noi dobbiamo lavorare con la convinzione di poterli meritare. La critica è giustissima e ti permette di essere più critico nei confronti di te stesso: i giocatori della Reggiana devono abituarsi alle pressioni, devono essere solidi e avere la capacità di sopportare questo fardello. Il nostro tipo di percorso ci deve spingere a dare il 100% e a raddoppiare le ore di lavoro se necessario. Siamo a -2 dalla vetta e ancora a inizio stagione, ma in questo momento ci si deve preoccupare e ragionare attentamente: dobbiamo reagire e meritare il consenso dei nostri tifosi».

Meglio aver ricevuto una “sberla” subito, all’inizio di questo mese cruciale?
«Assolutamente sì. Visto come erano andate le gare precedenti, abbiamo fatto un riassunto con effetto leva di cosa non andava bene in una sola partita. E ora se ne sono accorti tutti…».

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