Ex granata

Colombo: «Regia puoi arrivare lontano, ma non abbassare la guardia contro la Feralpi»

L'ex trainer granata fa il suo pronostico sui playoff della Reggiana

09.05.2017 21:30

Arrivato sulla panchina del Südtirol a nove giornate dal termine della stagione, l'ex trainer granata Alberto Colombo dopo un tentennamento iniziale ha condotto i biancorossi ad una tranquilla salvezza sfiorando una storica qualificazione ai playoff e togliendosi anche qualche soddisfazione personale come la vittoria al "Tardini" contro il Parma un paio di settimane fa. Noi lo abbiamo raggiunto telefonicamente per scambiare due chiacchiere sulla stagione dei granata e fare il punto della situazione in vista degli imminenti playoff della Reggiana.

«Ho visto le immagini del derby contro i crociati e penso che la squadra di Menichini sia stata penalizzata da certe decisioni arbitrali - ci ha confessato mister Colombo - La risposta dal punto di vista caratteriale però fa ben sperare in ottica playoff».

Mister, se dovesse esprimere un giudizio sulla stagione dei granata quale sarebbe?
«È stato un campionato altalenante, al di sotto delle attese, ma la competizione per i primi posti nel girone B era davvero agguerrita. C'erano grandi aspettative che non sono state mantenute, ma il quinto posto finale è in linea con le reali potenzialità della squadra».

Dove pensa che possa arrivare la Reggiana?
«È davvero difficile fare una previsione, ma visto l'organico a disposizione direi che i granata possano ambire ad arrivare alla Final Four». 

Domenica si comincia contro la FeralpiSalò...
«Un match alla portata dei granata visti i precedenti tra Coppa Italia e campionato, anche se il recente 4-4 potrebbe far pensare ad una partita aperta. Non sarà facile scegliere quale approccio tattico adottare in una sfida del genere dove basta il pareggio per passare il turno. La Reggiana a livello tecnico e di qualità ha sicuramente qualcosa in più, ma la Feralpi non ha nulla da perdere e sappiamo bene che un episodio può decidere il match proprio come è accaduto nel recente derby col Parma».

Ci sono similitudini con la gara che giocaste ad Ascoli due anni fa?
«Direi proprio di no. Ad Ascoli il regolamento era diverso con supplementari e calci di rigore, contava solo vincere. Domenica invece i granata possono pensare anche di gestire la gara senza scoprirsi».

Lei come preparerebbe una partita del genere?
«Purtroppo non ho avuto la fortuna di arrivare a pensarci. Sicuramente cercherei di impostare un gioco inizialmente offensivo per mettere in difficoltà l'avversario con una pressione alta nella metà campo ospite, poi proverei a gestire la gara in modo saggio...».

Nel secondo turno meglio affrontare il Catania o la Juve Stabia?
«Sono due squadre ben attrezzate e sicuramente l'approccio a livello ambientale in trasferta potrebbe fare la differenza, ma credo che la Reggiana abbia acquisito la capacità di andare su qualunque campo e non soffrire la pressione del pubblico. Tra le due preferirei affrontare il Catania perché gioca su un terreno in erba naturale mentre il sintentico di Castellammare non è di nuova generazione e mette in difficoltà chi non è abituato a giocarci».

Le piace la formula allungata dei playoff?
«Decisamente no, serve solo per tenere vivo l'interesse del campionato nelle ultime fasi. Non viene riconosciuto lo sforzo di chi è arrivato nelle prime posizioni poiché le squadre che hanno patito un distacco notevole possono ambire comunque alla Serie B non avendo più nulla da perdere».

C'è un segreto per affronatare le gare ad eliminazione diretta?
«Non bisogna caricare eccessivamente la squadra, i calciatori devono rimanere tranquilli. Giocando ogni tre giorni inoltre c'è la necessità di dosare le energie. Chi arriva nelle migliori condizioni a livello fisico, ma soprattutto mentale avrà dei vantaggi, poi la Final Four è veramente delicatissima».

C'è una favorita per la promozione?
«Vedo meno favorite le squadre che fino all'ultimo hanno lottato per qualcosa di importante, come per esempio l'Alessandria nel girone A. È difficile stabilire se c'è una formazione che ha più possibilità rispetto alle altre, dico solo che il Parma e le altre big potrebbero pagare lo sforzo delle ultime settimane».

Ci può essere una sorpresa?
«I playoff sono sempre pieni di incognite. Una sorpresa forse potrà essere il Pordenone, perché ha potuto gestire la situazione di classifica con calma nelle ultime settimane e avrà meno pressione dal punto di vista mediatico ed ambientale. Prevedo grandi battaglie a livello fisico e psicologico piuttosto che a livello tecnico nella parte finale dei playoff».

L'involuzione di Perilli ha una spiegazione?
«È difficile esprimere giudizi da fuori, spesso ci si dimentica che è un ragazzo molto giovane e può commettere degli sbagli. Se le cose vanno bene per un giovane diventa facile la gestione della partita sucessiva; in una piazza difficile come Reggio non è mai semplice giocare e la maturità di un calciatore si misura in base a come si reagisce agli errori».

Se la Reggiana non dovesse centrare la promozione in B da cosa bisognerebbe ripartire?
«Fare tabula rasa non è mai la soluzione ottimale perché vorrebbe dire ripartire da zero: la cosa più giusta a mio modo di vedere è individuare uno zoccolo sul quale ricostruire la squadra, un'ossatura importante a livello umano e professionale non soltanto tecnico. Una regola precisa per vincere non esiste, però la programmazione è quella che ti permette anche di avere la squadra pronta per un eventuale salto di categoria. Molto dipenderà anche dal girone in cui sarà inserita la Reggiana e quali concorrenti troverà per il primo posto». 

Le è dispiaciuto non poter affrontare i granata in questa stagione?
«Per quest'anno è andata meglio così, sono ancora molto legato ai colori granata: resto un grande tifoso della Regia e mi auguro che possa vincere i playoff. A livello professionale avrei preferito iniziare prima la mia avventura su una nuova panchina, ora sono in scadenza con il Südtirol: c'è la volonta da parte della società di proseguire con il sottoscritto anche per la prossima stagione però devo valutare in modo ampio i programmi e i progetti del club perché voglio trovare una soluzione che mi permetta di lavorare in un certo modo, altrimenti comincerò a guardare altrove».

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