Il punto di vista

L'analisi tattica - A Castellammare solo cuore e sacrificio, ma contro il Livorno c'è bisogno del vero "Mago"

Cesarini contro le "vespe" è stato sacrificato in fase di copertura, ma per centrare la semifinale serviranno i suoi lampi di classe

28.05.2017 20:30

Contro la Juve Stabia la Reggiana ha giocato col cuore, aiutata anche da una buona dose di fortuna, soprattutto sul colpo di testa da distanza ravvicinata di Ripa, che ognuno di noi aveva già visto in rete, terminata fuori di poco, così come sul mancato tocco sulla linea di porta dello stesso centravanti, che si è divorato un gol fatto, con Narduzzo ormai tagliato fuori.

A proposito di Narduzzo, a me è piaciuto tantissimo e nei miei voti sul quotidiano "La Voce di Reggio Emilia" l'ho considerato il migliore in campo. Mercoledì sera ha giocato la sua partita migliore da quand'è arrivato a Reggio: non ha sbagliato nulla, né un tempo d'uscita (a parte forse uno verso fine partita, che non ha avuto esiti negativi), né un intervento fra i pali, dimostrando grande tecnica e affidabilità, sia tra i legni, sia nel resto degli interventi all'interno dei sedici metri. Peccato solo per l'ammonizione che gli costerà la squalifica nel prossimo turno: ora toccherà a Perilli, che proprio nelle uscite, invece, ha palesato il suo tallone d'achille.

Chiudendo il discorso tattico sulla gara di mercoledì che ha qualificato i granata, Alessandro Cesarini è l'unico attaccante della Reggiana a risultare davvero pericoloso e imprevedibile davanti e il vederlo sacrificato a rincorrere l'avversario a sinistra in fase di non possesso, mi è sembrata una forzatura. È vero che dietro alla punta Menichini ci ha fatto giocare Sbaffo, ma è altrettanto vero che, malgrado Sbaffo sia in netta crescita, confermata anche dalla prestazione della gara di ritorno con la Juve Stabia, Cesarini, a livello offensivo, oggi come oggi è davvero un'altra cosa. Così facendo, infatti, la Reggiana non è mai riuscita ad attaccare la profondità, a rendersi pericolosa in contropiede nell'aggressione degli spazi, anche se l'idea di base di Menichini, ossia quella di giocare con un tridente formato da Cesarini, Marchi e Carlini, era oggettivamente molto interessante, considerando tra l'alto che dietro di loro c'era Alessandro Sbaffo. Il perché la Reggiana, pur avendo i suoi uomini migliori in campo non sia stata brillante a livello di creazione del gioco e di finalizzazione è molto semplice: la Juve Stabia ha attaccato alla morte dal primo all'ultimo istante, facendo pressing a centrocampo fin dall'albore dell'azione, tant'è che spesse volte, quando la palla arrivava a Genevier, difficilmente era ancora in possesso dei granata tre o quattro passaggi dopo. Tutto questo ad eccezione di una fase del secondo tempo, un momento molto importante, nel quale la Reggiana ha cercato di fare bene il possesso palla, sfruttando anche il fatto che la Juve Stabia aveva accusato un calo fisiologico.

Alla fine, comunque, ha avuto ragione Menichini, tornando ovviamente al discorso Cesarini, in quanto Sbaffo ha dato manforte alla fase di non possesso centralmente, mentre Cesarini si è sacrificato e non poco nel raddoppiare sull'ottimo Panizzi, che io in questo periodo preferisco nettamente a Contessa, facendo un lavoro umile, ma egregio. A tutto questo dobbiamo aggiungere che Bovo aveva qualche problema e non sarebbe dovuto scendere in campo, mentre ha giocato per 100 minuti esatti senza problemi a causa dell'infortunio in fase di rifinitura di Ghiringhelli, l'eroe del match di andata contro la Juve Stabia.

Ora bisogna dimenticare quanto successo mercoledì scorso e pensare al Livorno, prossimo avverario della Reggiana il 31 maggio. Sulla carta quella labronica è una delle squadre più abbordabili fra le altre sette rimaste, il problema è che la formazione granata è ridotta ai minimi termini: viste le defezioni della gara di ritorno contro la Juve Stabia di Contessa e Ghiringhelli, così come le precarie condizioni di Trevor Trevisan, la Reggiana ha un grosso problema in difesa, anche perché oltre a tali giocatori che restano in dubbio per mercoledì prossimo e Rozzio, reduce da un intervento chirurgico, non ci saranno neppure Spanò, sempre tra i migliori in campo, fuori per squalifica ottenuta per somma di ammonizioni, così come il portiere Narduzzo. Al "Picchi" sarà durissima ma i granata non partono sconfitti in partenza. Se poi arrivasse la volta buona anche per Marchi...


Lorenzo Chierici

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