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Eberini: «Il Padova non ci spaventa, i ragazzi sono tutti sereni»

Il tecnico granata predica calma alla vigilia del big match contro la capolista

08.12.2017 16:30

Mister Sergio Eberini non traspare preoccupazione alla vigilia del match più difficile e importante da quando siede sulla panchina della Reggiana. 

«In settimana abbiamo lavorato per studiare le contromosse a quella che potrebbe essere la disposizione in campo del Padova ipotizzando un certo modulo - spiega il tecnico granata - Abbiamo preparato anche varie alternative. Ieri si sono allenati tutto il tempo sia Rosso che Manfrin quindi saranno tra i convocati».

La Reggiana va all'Euganeo per vincere o per non perdere?
«A volte basta un singolo episodio per sconvolgere la partita, però sappiamo di affrontare un valido avversario».

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«Aspettavamo fiduciosi questa notizia anche perché Riverola ha un problema alla spalla e decideremo solo domani durante il risveglio muscolare se sarà della partita o meno».

Come ha visto la squadra in questa settimana?
«I ragazzi sono molto sereni, li ho visti lavorare con grande attenzione e allo stesso tempo tranquillità. Domani scenderanno in campo quelli che stanno meglio perché vogliamo fare una grande partita».

Nessuno si è distratto?
«No, sono tutti seri professionisti che partecipano attivamente alla settimana di lavoro. Abbiamo discusso assieme su varie alternative da proporre in campo: i ragazzi sono coscienti di quello che stiamo facendo».

La Reggiana deve temere il Padova o è il contrario?
«Ci dobbiamo temere a vicenda, coscienti che il Padova in caso di vittoria può fare un passo decisivo per "uccidere" il campionato e noi invece potremmo rinvigorire certe ambizioni. Credo che nessuna delle due squadre sarà così presuntuosa da partire già sicura di vincere».

La vostra grande capacità di palleggio potrà fare al differenza anche all'Euganeo?
«Non saprei, dipenderà molto dalle condizioni meteo che troveremo in campo ma abbiamo anche altre grandi alternative nelle nostre corde. Carattere e determinazione non mancano alla Reggiana».

Avete timore del tempo avverso che potreste trovare? 
«Sì, è l'unica preoccupazione che abbiamo. Volevamo addirittura allenarci di sera ma abbiamo rinunciato per paura di farci male visto che i nostri campi non sono in ottime condizioni».

I due freschi ex Altinier e Bobb li ha visti particolarmente concentrati?
«Altinier ha sempre la stessa faccia, non mostra mai segni di tensione. Quella di Bobb in biancorosso è stata solo una breve parentesi. Credo che il più carico sia Bovo perché è nato proprio a Padova come calciatore e ci tiene a fare una grande prestazione».

Vuole fare un appello ai tifosi?
«Mi auguro che siano davvero tanti al nostro seguito e dimostrino ancora una volta cosa vuol dire essere tifosi della Reggiana. Ci sono stati vicini nei momenti brutti e rappresentato la forza in più che può avere questa squadra, mi auguro di regalare loro una grande soddisfazione».

Se arrivasse una vittoria, sarebbe difficile frenare l'entusiasmo di chi già ora sogna il primo posto...
«I "se" e i "ma" nel calcio servono a poco. Fa ovviamente piacere che la gente ci stia così vicina in questo momento positivo ma non va dimenticato quello che c'è stato prima. Abbiamo acquistato maggiore fiducia rispetto a due mesi fa, ma l'avversario che ci troveremo di fronte ha dominato questa prima parte del campionato, non sarà semplice batterlo».

Crede che la sua squadra abbia ancora un margine di miglioramento?
«Sicuramente sì. Nelle ultime settimane abbiamo trovato una linea guida importante e interessante, cambiando pochi giocatori, ma si possono ancora fare delle piccole modifiche. Di certo domani andiamo a Padova per giocarcela alla pari».

L'ha sorpresa l'exploit della Reggiana in così poco tempo da quando siede sulla panchina granata?
«Sinceramente non ce lo aspettavamo da come eravamo messi all'inizio quando c'erano diverse tensioni ma ora abbiamo una squadra serena che lavora unita. Questo exploit repentino un po' mi ha spaventato ma è merito di tanti piccoli passi fatti in avanti tutti insieme e altri dovremo farne perché il percorso è ancora lungo».

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