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Rozzio: «Con il Padova un altro test importante. I nostri successi partono dallo studio dettagliato degli avversari»

«I patavini puntano molto sulla fisicità. Per vincere dovremo mettere in campo la nostra solita idea di calcio senza snaturarci»

12.12.2019 19:25

foto © Silvia Casali

Alla quarta stagione in maglia granata, Paolo Rozzio si conferma un punto cardine della Reggiana anche in questa stagione nella quale sta disputando un girone d'andata da vero protagonista. 

Mister Alvini aveva detto di temere molto la partita con la Virtus Verona. Voi in campo lo avete ricompensato...
«Sì la temeva molto perché in casa il Verona ha sempre ottenuto ottimi risultati. Noi siamo stati bravi a seguire i nostri principi di gioco, a ripartire sempre da dietro, a giocare la palla il più possibile per tutto l'arco della partita. Siamo anche stati bravi, quando sembrava potessero riaprirla, a chiuderla e a mantenere il risultato».

Sul gol avversario avete un po’ rivisto i fantasmi della settimana precedente?
«Sì c’è stato un attimo di spavento diciamo, in cui pensavamo che potessero prendere fiducia e metterci in difficoltà. Però a differenza della sfida col Piacenza, dove poi avevamo anche smesso di giocare e di mettere in atto i nostri punti di forza, a Verona abbiamo continuato a giocare e la Virtus ha faticato a difendersi e a trovare le traiettorie per intercettare i nostri palloni durante la fase di impostazione. Questa è stata sicuramente la nostra forza, cioè continuare sui nostri principi di gioco. È quello che dovremo fare anche lunedì sera».

Il posticipo contro il Padova è una partita molto importante...
«Quest’anno di partite importanti ne abbiamo già affrontate tantissime: la gara con il Carpi il giorno del centenario, poi i tanti derby. Quella contro il Padova, che è un punto sopra di noi, sicuramente è una sfida che si prepara da sé e non dobbiamo caricarci più del dovuto. Sappiamo che dobbiamo lavorare bene come abbiamo fatto durante la settimana e arriveremo con la concentrazione giusta, neanche eccessiva, per affrontare una squadra al top».

Che partita ti aspetti? Con le big in casa non avete quasi mai steccato...
«Abbiamo sempre fatto partite di qualità perché il campo ci dà una grossissima mano: sarà un fattore a nostro favore, come anche il pubblico. Dovremo giocare seguendo i nostri principi, perché se cominciamo a metterla sul piano fisico il Padova secondo me ha qualcosa in più, anche se l'ho visto giocatore solo una volta. I biancoscudati assomigliano al Vicenza, quindi sono una squadra molto fisica e attrezzata che arriva sempre prima sulle seconde palle e sono in grado di risolvere la partita con una palla inattiva o con una giocata di un singolo. Diciamo che il Padova è attrezzato per vincere il campionato in maniera sporca».

Quello di lunedì sarà il vero banco di prova che dirà dove può arrivare la Reggiana?
«Sicuramente sì. È un test importante anche se a mio avviso ne abbiamo già fatto un altro contro il Vicenza. Noi purtroppo non possiamo fare a meno della nostra idea di gioco, perché siamo costruiti così e se vogliamo provare a vincere dobbiamo seguire quella strada, non possiamo metterla su altri piani».

Qual è il bilancio dei tuoi tre anni alla Reggiana? In questa stagione stai viaggiando a mille...
«Io faccio anche un bilancio del Rozzio che è stato quattro anni a Pisa e questo finora è l’anno migliore da quando ho iniziato a giocare a calcio un po’ anche perché gli infortuni mi stanno abbandonando. Sono realista: gli incidenti fanno parte del mestiere, però questi tre anni sono stati molto pesanti e travagliati. Sono stato sfortunato perché prima mi sono fatto male ad un tendine e a distanza di un anno all’altro tendine, però sono ripartito con un idea difensiva nuova. Il mister sin dal primo giorno ci ha indirizzato su questa marcatura uomo su uomo e io mi sto trovando bene e spero di continuare così fino alla fine dell’anno».

Ti trovi meglio a giocare con la difesa schierata a tre o a quattro? 
«Mi piace molto giocare a tre, al di là di questo principio difensivo, perché in fase di impostazione si riesce a imbastire meglio l'azione».

Ti ha convinto subito questa impostazione o ti è servito un po’ di tempo per alzare anche il livello di aggressività? 
«Più che accettarla, c’è stata proprio la convinzione del fatto che per fare questo tipo di difesa la tua condizione deve essere sempre al top poiché si spendono molte energie. Ci siamo abituati molto facilmente, anche perché poi siamo stati bravi a seguire subito le direttive del mister, che se dice di fare una determinata cosa va messa in pratica altrimenti non giochi e ti trovi alle strette. Siamo consapevoli che questo modo di difendere per adesso è un nostro importante punto di forza».

Quanto è importante lo studio degli avversari?
«Siamo sempre informati su chi andiamo ad affrontare, ad esempio io con i video sugli attaccanti avversari. Ognuno di noi grosso modo ha presente quello che deve fare in campo, però più informazioni si hanno sull'avversario e meglio è. Il nostro staff svolge molto bene il suo lavoro, non solo con i video che vediamo durante la settimana sulla partita affrontata e sull’avversario che andremo ad affrontare: ci mettono a disposizione i singoli video dei singoli giocatori in modo da poterli conoscere il meglio possibile».


Giovanni Fiori

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