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Facchin: «La partita col Renate un'incognita. Padova irraggiungibile? Vedremo se reggeranno la pressione»

«Pensiamo a vincere una partita alla volta, i conti li faremo tra qualche settimana»

30.01.2018 17:30

Davide Facchin ha ritrovato una maglia da titolare nell'ultima match del 2017 contro la Triestina, a due mesi esatti dall'infortunio alla mano che lo aveva tenuto prima in infermeria e poi in panchina lasciando il palcoscenico a Narduzzo. Sabato sera alle 18.30 contro il Renate riprende la rincorsa alla capolista Padova, con il portiere ex Venezia pronto a riprendersi il posto tra i pali granata...

Come sarà la seconda parte di stagione per la Reggiana?
«Penso che sarà positiva. Io sono sempre stato convinto che la Reggiana avesse una rosa all'altezza per vincere il campionato fin dall'inizio, lo ribadisco anche oggi. In una stagione però ci sono delle dinamiche difficili da controllare: ognuno da fuori può fare le proprie considerazioni, dentro lo spogliatoio ci siamo fatti un'idea ma è inutile stare a discutere di chi sia la colpa. Il dato di fatto è che abbiamo perso tanto tempo nei primi mesi, dobbiamo cercare di recuperare tutto nel girone di ritorno».

Con il Venezia eri abituato a scappare, ora devi rincorrere...
«Stare davanti è sicuramente bello però ti logora: quando sei abituato a gestire tanti punti di vantaggio, se capita di perdere una o due partite pensi subito di essere in difficoltà anche se non è così perché la pressione gioca dei brutti scherzi. Noi dobbiamo scendere in campo senza porci l'obiettivo di scalare la classifica e pensare soltanto a vincere tante partite visto che ne mancano ancora 15. I conti li cominceremo a fare tra qualche settimana...».

Nella Reggiana di questa stagione rivedi qualche analogia con il Venezia promosso in B meno di un anno fa?
«Probabilmente quel Venezia era più esperto, c'erano tre o quattro giocatori troppo abituati a vincere. La Reggiana forse è un gruppo più affiatato, ma un vero paragone non riesco a farlo. Dobbiamo dare il massimo fino alla fine e se come sembra più probabile andremo ai playoff, anche lì dovremo stare molto attenti perché non è detto che vinca la formazione più forte o attrezzata. Certamente se avessimo iniziato meglio il campionato ce la saremmo giocata senza dubbio fino alla fine con il Padova e altre squadre, ma non è detto che non possa ancora succedere...».

La squadra è pronta per ripartire?
«Non mi è mai capitato di stare fermo più di 30 giorni nella sosta invernale: siamo curiosi di vedere come reagiremo in campo sabato sera, la partita contro il Renate da quel punto di vista è un'incognita per tutti. Abbiamo messo tanta benzina nelle gambe rifacendo daccapo la preparazione con carichi più leggeri, quindi dovremmo avere più energie a fine campionato anche se qualcuno dice che potremmo pagare dazio nelle prossime partite. In squadra sono arrivati solo due giocatori nuovi, la rosa non è stata stravolta e i nostri concetti di gioco sono rimasti gli stessi come si è visto nelle ultime amichevoli. In campionato certamente assisteremo a situazioni e tempistiche diverse, per questo non vediamo l'ora che arrivi il calcio d'inizio».

Voi portieri su cosa vi siete allenati in particolare nelle ultime settimane?
«Abbiamo lavorato tantissimo sotto l'aspetto della forza, visto che durante il campionato non potevamo curarlo più di tanto».

Ti aspettavi di ritrovare una maglia da titolare il 29 dicembre scorso contro la Triestina?
«Io sono venuto a Reggio perché la società mi ha cercato fortemente ed era una soluzione a me gradita. Sulle scelte tecniche non posso rispondere, è una domanda da porre all'allenatore».

Quali sono i compagni che ti mettono più in difficoltà sui calci piazzati?
«Lombardo è difficile da contenere quando è in giornata: ha una tecnica di tiro incredibile, almeno di due categorie superiori. In squadra anche Riverola e Cianci hanno un buon calcio. Speriamo di conquistare presto qualche tiro dal limite in partita, può tornare decisamente utile...».

Invece chi ti ha dato più fastidio in carriera tra i tanti avversari affrontati?
«Se devo fare un nome allora cito Emerson della Feralpi. Ci siamo incrociati per la prima volta dieci anni fa quando io ero all'Olbia e lui alla Nuorese: da allora è sempre stato difficile affrontarlo».

Come stai vivendo il rapporto con Narduzzo?
«Tra di noi e anche con Viola c'è un rapporto di estrema correttezza e rispetto dentro e fuori dal campo, forse perché tutti e tre veniamo dalla scuola calcio del Milan. Narduzzo ha delle qualità importanti e ha dimostrato di essere un portiere all'altezza quando chiamato in causa. Mi dispiace solo che, vista la sua carta d'identità (è un classe '94, ndr), sia penalizzato dalla regola degli "over" mentre da altre parti si vedono giocare dei giovani impresentabili solo perché "under"...».

Il tuo giudizio sui due nuovi arrivati?
«Cattaneo lo conoscevo già, è stato mio compagno di squadra ai tempi del Pavia: è un folletto dotato di un buon calcio e tanta fantasia; parla la stessa lingua di Cesarini, salta sempre l'uomo e può mettere in difficoltà chiunque. Vignali non lo conoscevo però mi aveva fatto un gol difficile da dimenticare in Coppa Italia: è un ragazzo a posto e credo che ci darà una grossa mano a centrocampo».

Il Renate vi preoccupa?
«Secondo me i nerazzurri non hanno niente da perdere: sono arrivati ad un punto in cui non hanno problemi di classifica per pensare alla salvezza e tutto ciò di nuovo che arriva è solo un punto guadagnato. Hanno un gruppo di ragazzi entusiasti che possono indirizzare la loro carriera dopo questa stagione. Saranno fastidiosissimi da affrontare anche perché verranno qui senza l'obbligo di vincere».

Cosa cancelleresti della partita d'andata?
«Direi tutto. È stato uno dei punti più bassi toccati in questa stagione, nonostante avessimo avuto anche l'opportunità di pareggiare la partita. Speriamo di prenderci una bella rivincita sabato».

Servirà l'aiuto del pubblico?
«Reggio si è dimostrata una piazza all'altezza del suo nome: in qualsiasi partita giocata, il pubblico era presente in massa. La passione è sotto gli occhi di tutti, non c'è bisogno che sia io a ricordare ai tifosi di venire allo stadio».

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