L'avversario

Contessa: «Big match dal risultato imprevedibile, nel Padova è Guidone a spostare gli equilibri»

L'ex terzino granata, ora titolare della fascia sinistra biancorossa: «Cesarini e Riverola i più pericolosi»

07.12.2017 21:30

Sergio Contessa è stato portato a Reggio nello scorso mese di gennaio dall'ex ds Grammatica in prestito con diritto di riscatto dal Lecce ma la sua esperienza sulla via Emilia è terminata dopo appena sei mesi. Ora sta dimostrando tutte le sue qualità poco più a nord-est con il Padova e sabato sera alle 20.30 affronterà il suo recente passato in un big match dal difficile pronostico. 

Sergio, perché non sei rimasto a Reggio la scorsa estate?
«A me sarebbe piaciuto rimanere, il problema era il riscatto di 250mila euro da pagare al Lecce: penso che si sarebbe potuto trovare un accordo ma il discorso non è mai stato aperto, la società granata ha rinunciato a volersi assicurare il mio cartellino fin dal principio. Avrei voluto continuare il percorso iniziato l'anno prima, ma evidentemente non c'erano le condizioni per continuare...».

Qualcuno ti ha detto che non rientravi più nei programmi della società?
«L'ultima parola spesa nei miei confronti è stata quella del direttore Grammatica poco prima che lo allontanassero a stagione in corso. Senza di lui penso che fossero venute a mancare tutte le persone che avrebbero voluto tenermi, di conseguenza il discorso si è chiuso subito».

Che giudizio dai alla tua esperienza in maglia granata?
«Altalenante, ma tutto sommato positiva perché come squadra abbiamo fatto qualcosa di importante fermandoci a soli 90 minuti dall'obiettivo Serie B. Dopo un buon inizio c'è stata una fase centrale dove siamo calati e i risultati non arrivavano: avevamo perso lo spirito che c'era all'inizio forse perché il primo posto e il secondo erano oramai perduti. A fine stagione invece avevamo capito che dovevamo giocarci tutto ai playoff e siamo andati molto vicini al nostro sogno; mi dispiace particolarmente non essere riuscito a giocare in semifinale per un problema al ginocchio».

C'è qualche giocatore con il quale sei rimasto in contatto?
«Mi sento spesso con Rozzio e Riverola in particolare, ma ho fatto amicizia con tutti. A ottobre sono venuto al "Città del Tricolore" per assistere a Reggiana-Venezia, proprio quando ha fatto gol Martí (Riverola, ndr) e a fine partita ho aspettato tutti i ragazzi fuori dallo stadio per salutarli».

Hai scelto il Padova proprio perché c'erano Trevisan e Guidone?
«Prima di firmare per i biancoscudati mi sono consultato con Guidone e non c'era ancora la certezza per entrambi di finire a Padova, poi dal nulla lui ha firmato e io ho fatto lo stesso il giorno dopo; quando poi sono arrivato c'era già Trevor (Trevisan, ndr) in prova. Sono stato contento di ritrovarli perché il gruppo dell'anno scorso era incredibile, tutti compagni spettacolari che vorrei ritrovare ogni anno in squadra. Eravamo una banda che suonava il rock, così ci chiamavamo ai playoff...».

Tredici presenza da titolare, un gol e due assist: non è iniziata male la tua avventura veneta...
«L'avvio è stato sicuramente positivo. Giocare al fianco di atleti esperti come Trevisan dà sempre una mano...».

Il Padova è la squadra più forte del campionato?
«Ad oggi direi proprio di sì, anche perché chi finora ha giocato meno è riuscito a dimostrare di essere all'altezza dei titolari».

Più forte anche della Reggiana che nella scorsa stagione ha sfiorato la Serie B?
«È difficile fare un confronto. La Reggiana dello scorso anno forse si era indebolita dopo il mercato di gennaio, il Padova invece è più completo di tutte le altre avversarie come organico ma per questo motivo non è automatico vincere sebbene alla lunga possa fare la differenza».

Quale squadra potrebbe recitare il ruolo di anti-Padova fino alla fine?
«Penso che potrebbe farlo il Pordenone. La formazione di Colucci ha una buona base di gioco che ha permesso ai neroverdi di restare nelle parti alte della classifica fino ad ora e possiede un organico abbastanza completo».

Mister Bisoli è alla base del vostro successo?
«Assolutamente sì, tiene sempre alta la concentrazione quotidianamente sul campo. Ci "martella" perché pretende il massimo da tutti e quando si molla di un centimetro non ce la fa passare liscia. Siamo tutti portati ad andare oltre noi stessi e questo ci può solo innalzare il nostro rendimento».

Com'è stato passare dal "Città del Tricolore" all'Euganeo?
«Sono entrambi due grandi palcoscenici. Mi aveva colpito particolarmente il pubblico reggiano e il suo attaccamento alla squadra perché nonostante il periodo negativo, lo stadio era sempre colmo di spettatori e in trasferta ci seguivano in tantissimi. A Padova invece l'ambiente allo stadio è molto differente, sembra che i tifosi si trovino a chilometri di distanza dal campo: l'Euganeo non è un impianto ottimale per ospitare delle partite di calcio come rumore e calore, però i risultati aiutano e anche qui i tifosi ci seguono numerosi in trasferta pure quando ci sono condizioni metereologiche avverse».

Che partita sarà quella alla quale assisteremo sabato sera?
«Un big match a tutti gli effetti. La Reggiana è una squadra in salute che ha ritrovato le convinzioni mancate all'inizio e penso che i granata faranno di tutto per vincere, lo hanno nelle loro corde. Dubito che la squadra di Eberini alzerà delle barricate davanti alla porta...».

Se la Reggiana dovesse vincere pensi che si riaprirebbe la corsa al primo posto?
«È quello che sperano, quindi se io fossi in loro verrei qui per vincere. Vedremo cosa succederà...».

Chi ti preoccupa di più tra i granata?
«A me piace molto Cesarini, lui è l'uomo che può inventare la giocata decisiva in qualsiasi momento. Anche Riverola è da tenere d'occhio: secondo me non ha ancora espresso al 100% il suo valore; lui e Cesarini sono i giocatori più pericolosi che al momento meriterebbero altre categorie».

Dei tuoi compagni invece chi c'è da temere?
«Ho l'imbarazzo della scelta a fare un nome. Nonostante i pochi gol segnati, secondo me Guidone ha avuto un rendimento molto alto per via del sacrificio al servizio della squadra e la rifinitura ai compagni nei momenti topici delle partite: parafrasando Bonucci, lui ha spostato gli equilibri nel momento in cui in pochi se lo aspettavano».

Bovo ha affermato che esulterebbe nel caso riuscisse a segnare un gol: tu invece?
«Credo di no, per via del rispetto che porto nei confronti dei miei ex compagni, della Reggiana e di tutto l'ambiente. Quello in maglia granata è stato un capitolo breve ma positivo della mia carriera».

Il tuo pronostico secco?
«È un match aperto a qualsiasi risultato. Ovviamente spero di vincerlo, ma è impossibile fare un pronostico».


(Nella foto sopra, Contessa in posa con il completo del Padova © PadovaGoal.it)

Commenti

I risultati e la classifica della 18ª giornata. Colpo Samb nell'anticipo, rallentano Renate, Feralpi e Mestre
Guidone: «Se segno esulto, ma tanto non capiterà...»